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Il Cimitero Monumentale, un museo a cielo aperto!

“Non esiste separazione definitiva fino a quando c’è il ricordo”

Così scriveva Isabel Allende. Il cimitero è il luogo della memoria, il segno concreto del passaggio di chi non c’è più in questa vita terrena. Il Cimitero Monumentale di Bergamo è il principale campo santo della città. È stato progettato da due grandi personalità del secolo scorso, l’architetto Ernesto Pirovano e lo scultore Ernesto Bazzarro e ha visto la sua nascita e costruzione completa tra il 1896 e il 1913.

Citato negli scritti dell’epoca come il più grande lavoro della storia della città, perché lavorarono a questo progetto centinaia di operai. E’ anche ricordato come il primo manufatto a Bergamo dove fu utilizzato il cemento armato.

Si trova nel quartiere di Borgo Palazzo e con il suo stile eclettico ti porterà in un luogo affascinante fatto d’arte alle porte del centro della città.

Una volta varcato l’ingresso, sarai di fronte a un vero e proprio museo a cielo aperto.

Sculture di arte funeraria
Arte funeraria di grandi artisti

Esplora l’arte funeraria: al suo interno sono conservate opere di grande importanza dal punto di vista architettonico e artistico. Tutto vi parlerà della storia della città del secolo scorso. Un luogo di memoria storica e artistica del territorio, grazie alla ricchezza del suo patrimonio di sculture e architetture del XX secolo.

Gli autori delle edicole e dei monumenti presenti sono tra le figure artistiche più rilevanti del secolo scorso: solo per citarne alcuni, Attilio Nani, Trento Longaretti, Piero Boris, Giacomo Manzù, Giovanni Muzio, Elia Fornoni e Luigi Angelini.

Passeggiando lungo i suoi viali, ti ritroverai a ripercorrere le vicende di Bergamo e dei suoi abitanti. Le sculture sulle lapidi e i ritratti nelle cappelle di famiglia ti mostreranno gli uomini e le donne che hanno vissuto e fatto la storia della città.


La statua dedicata a Rastelli
La memoria a volti noti

Nella maestosa architettura che si trova all’ingresso del Cimitero Monumentale c’è il famedio, un tempio funerario dedicato alla memoria di personaggi di rilievo. Infatti la sepoltura in questo luogo è un privilegio che la città dona a chi si è distinto nel corso della sua vita e ha dato vanto e gloria alla città.

Qui è sepolto Angelo Mazzi, studioso dell’arte e della storia di Bergamo e direttore della Biblioteca Angelo Maj.

Oltre a lui, il letterato Ciro Caversazzi, celebre per aver tenuto un discorso al Teatro Riccardi a soli 17 anni, durante una commemorazione a Garibaldi, e attivo nella lotta per il diritto all’educazione a cavallo tra il XIV e il XX secolo.  A lui è dedicata la Biblioteca in Via Tasso.

Anche i compositori Alessandro Nini e Antonio Cagnoni sono sepolti qui. L’ultimo bergamasco a cui è stato concesso l’onore del famedio è il Maestro Gianandrea Gavazzeni, direttore d’orchestra nei più importanti teatri italiani come la Fenice di Venezia e la Scala di Milano.

Riposa nel Cimitero Monumentale di Bergamo Enrico Rastelli, considerato il padre della giocoleria moderna: nella sua cappella c’è una statua dello scultore Gianni Remuzzi raffigurante un Rastelli sorridente mentre gioca con tre palloni da calcio, uno dei quali tenuto in equilibrio su un dito.

Altri volti noti sepolti qui sono:

  • lo scultore Gianni Remuzzi;
  • il pittore Trento Longaretti;
  • l’artista Mario Sironi;
  • Sebastiano Zilioni, sindaco della città tra il 1914 e il 1920 e figura di spicco della storia di Bergamo;
  • Pio Manzù, figlio dello scultore Giacomo e designer di fama internazionale;
  • Aurelio Guzzoni, direttore negli anni ’20 dello storico Grand Hotel Moderno e uno dei fondatori della Pro Bergamo, associazione con lo scopo di promuovere le bellezze del territorio bergamasco;
  • la famiglia Galizzi, di cui fanno parte alcune degli artisti di maggiore spessore a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento.

Nella Cappella Galizzi c’è Enrico Scuri, direttore storico dell’Accademia Carrara. Il cimitero ospita le spoglie del calciatore Piermario Morosini, morto sul campo a 25 anni a causa di una rara malattia genetica e di Nicolò Trussardi, stilista e patron del noto marchio di abbigliamento.

Sono tante le opere d’arte di rilievo e a forte impatto emotivo presenti all’interno del Cimitero ma ti meraviglierai di fronte alla scultura “Cerchio della Vita” di Egidio Sartori posta sulla Tomba Badoglio: un grande cerchio composto da sette figure, che rappresentano i vari stadi dell’esistenza, simboleggiando l’eternità del ciclo del tempo che attraverso la nascita, la crescita e la morte si rinnova sempre.  Il "Cerchio della Vita" di Sartori

La Cappella Callioni

Dal punto di vista architettonico la cappella più imponente da ammirare è sicuramente la Cappella Callioni. Un altro dei monumenti più antichi è sicuramente nella Cappella appartenuta alla Famiglia Fontana, oggi Tomba Nosari, dove riposa il notaio Peppino Nosari.

Nel verde c’è la Tomba Pisoni Gabrieli, dove il gruppo scultoreo è opera di Elia Ajoulfi. L’opera in bronzo di grandi dimensioni raffigura tre suore disposte l’una di fianco all’altra formando un semicerchio.

Le tre sculture costituiscono un raro esempio iconografico all’interno del Cimitero. Infatti la loro forma è sintetica, caratterizzati da tagli netti con conferiscono loro un aspetto quasi geometrico e tendente all’astrazione. Le suore così scolpite sono mute testimoni del passaggio delle anime.

La Cappella Lanzani

La Cappella Lanzani custodisce una scultura unica del suo genere. E’ raffigurato un contadino che conduce un aratro trainato da buoi, sullo sfondo si intravede una montagna. L’albero sulla sinistra delimita la scena, occupando tutto lo spazio e svolgendo la funzione di cornice.

Nella Cappella Goisis, dove riposa il Cavaliere del Lavoro e storico Consigliere Delegato de “Acciaierie e Ferriere Lombarde Falk” Lodovico Goisis, è presente una scultura di Piero Cattaneo dall’iconografia poco consueta. In basso a sinistra si può scorgere un sarcofago aperto da cui emerge una salma avvolta dalle bende e a destra alcuni simboli della passione di Cristo, alcune anime velate e il nome della famiglia Goisis.

In alto è presente una figura innalzata al cielo avvolta in un largo panneggio, a rappresentazione della resurrezione.

Sulla porta posteriore, posto a completamento dell’esedra c’è il Mausoleo dei Caduti. Progetto di Ernesto Pirovano, è stato costruito nel 1937 per ricordare i caduti.

Nei rivestimenti esterni è presente, insieme a altri marmi, il ceppo di Brembate, come richiamo alla facciata principale del Cimitero Monumentale. L’unico elemento decorativo è un bassorilievo in marmo di Zandobbio raffigurante la Vittoria che cinge i soldati caduti con una corona d’alloro.

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